Alla ricerca di unĠetica salda. Recensione di ÇValori moraliÈ di Fabio Bortolotti. Filosofiablog (Andrea Comincini)

Autore di numerosi saggi giuridici e membro attivo della propria comunitˆ, Fabio Bortolotti tratteggia in questo ultimo lavoro i principi che attraversano e hanno attraversato lĠintera sua produzione, spinto da una impellente necessitˆ di chiarezza etica, sia personale che sociale. Valori morali vuole indicare la fondamentale distinzione tra un agire dettato da regole trascendentali e uno costruito su di una mentalitˆ edonistica, materialistica o utilitaristica. La questione,  evidente, non  delle pi semplici ma ineludibile perchŽ, come dice Marco Aurelio, Òcolui che non avverte i moti della propria anima  inevitabile che sia infeliceÓ. Bortolotti pone una domanda necessaria: come pu˜ esistere una morale oggettiva e salvifica se il mondo proclama ogni cosa essere transeunte, soggettiva e passeggera? Se  quindi Dio la base di tale trascendenza, quale futuro pu˜ esserci in un pianeta che lo nega ogni giorno? Non si tratta, si badi bene, di una banale professione di fede, bens“ di una sentita e sofferta richiesta di veritˆ – perchŽ solo illuminati si pu˜ indicare la retta via. Citando Sarkozy, lĠex presidente della repubblica francese, il quale disse che non vi pu˜ essere sviluppo autentico dellĠuomo senza una concezione morale trascendentale, lĠautore attraversa la storia filosofica e giuridica dai romani ai giorni nostri, per arrivare alla stringente conclusione che quasi ogni atto fiorito in unĠetica materiale ha una radice malata, e produce frutti malsani. LĠincontro – o meglio: lo scontro con la cultura laica, o come dice lĠautore ÒlaicistaÓ – non  dei pi felici, visto il netto rifiuto di concedere alcun credito alla suddetta, e sebbene lĠargomentazione sia a tratti intransigente, nondimeno la questione posta resta viva. Bortolotti afferma che lĠetica laica  infondata, e solo nella soliditˆ della Chiesa la coscienza non sbanda e si perde. Il risultato  vedere persone egoiste, crudeli, devote al denaro, arriviste – e non uomini illuminati e rivolti al bene pubblico. Nonostante queste osservazioni possano essere attribuite proprio ai credenti che nel corso della storia hanno saccheggiato e devastato il mondo, e sebbene lĠautore ceda a volte a una descrizione edulcorata del cristianesimo, il nucleo della domanda filosofica resta intatto: quale etica  possibile, se tutto scorre in un fluire di opinioni qualsiasi? Nella sincera ricerca di un senso si evince la buona fede dello scrittore, rivolto anche a personalitˆ religiose estranee alla tradizione cattolica, come Gandhi, ma ancorate allĠidea che solo Dio possa consegnare allĠuomo una fiaccola per illuminare il presente e le sue azioni. Filosofia e trascendenza dunque, ma anche, per citare S. Quinzio, interrogazione sul ÒSilenzio di dioÓ sono impliciti in una scrittura che  fondamentalmente un domandare e un pretendere lealtˆ da quei Òsignori della politicaÓ – espressione frequente e a volte ridondante – che abusano dei valori morali in convegni e discorsi ufficiali, ma in realtˆ li negano pensando solo ai loro interessi. La proposta di Bortolotti pu˜ sembrare desueta, o conservatrice, ma certamente la sua ricerca  sincera e dettata da un desiderio vero di fondare unĠetica universale. Meno interessante quando un poĠ semplicisticamente accoglie le istanze ecclesiastiche pi reazionarie come baluardo per una moralitˆ trascendente, il suo lavoro resta comunque un percorso inevitabile, perchŽ solo lĠetica rende lĠuomo libero, e solo nella libertˆ pu˜ fondarsi una redenzione, terrestre o celeste che sia.