Ipocrisie del potere

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l’ipocrisia è l’anima della politica e crea dipendenza

L’ipocrisia è simulazione di virtù, di sentimenti, di qualità o di intenzioni, allo scopo di farsi benvolere, guadagnarsi la simpatia o trarre in inganno.

Nell’accezione dei comuni mortali l’ipocrisia è un contegno di malcostume, mentre invece in quella dei divini numi della politica, inspiegabilmente, assume inquietanti connotazioni di democratismo o di salvacondotto che garantisce incolumità personale e assoluta impunibilità.

Il fenomeno diviene inquietante se consideriamo che l’intero mondo della politica è sopraffatto dal cancro inveterato dell’ipocrisia, di cui nessun potente nume sembra possa o voglia più liberarsi.

Nella poliedrica realtà del mondo politico, le tipiche regole della sincerità, della schiettezza e dell’onestà sono sovrastate da eccezioni, falsità, ambiguità, finzioni, doppiezze, simulazioni, menzogne e inganni, dissolutezze di costumi che denotano vere e proprie involuzioni, foriere di ineluttabili ipocrisie e di distacco dal rigore morale.

I divini numi della politica, affetti cronici di ipocrisia, sono inclini a seguire più le dissolutezze e le adulterazioni che le regole, con inevitabili negativi contraccolpi e ripercussioni anche sugli sventurati comuni mortali, vittime inconsapevoli.

Il presente saggio offre utili elementi conoscitivi sul sovvertimento delle regole e sul malcostume dell’ipocrisia nell’esercizio del potere, evidenziandone gli effetti devastanti sul tessuto sociale, culturale ed economico.

L’Opera ha ricevuto «menzione speciale di merito» al Concorso Letterario Città di Grottammare, Premio Consiglio nazionale ordine dei giornalisti – Pelasgo 968